Se la strada non c’è inventala

Vita di clan ai tempi della pandemia
Questi lunghi mesi sono stati difficili e ci hanno posto davanti a molte prove, sia come persone che come comunità.
L’ultima volta che ci siamo visti ancora la comunità non era ben consolidata, ancora dovevamo imparare a conoscerci meglio e capire come lavorare bene. All’inizio della quarantena non sapevamo come gestirci, è stato difficile: rintracciarci, trovare un giorno che andasse bene per tutti, internet che andava e veniva… Grazie ai capi, ma grazie anche a noi stessi, siamo riusciti a superare queste difficoltà. E nonostante la distanza, il non vederci, siamo riusciti ad unirci di più e a conoscerci meglio. C’è ancora molto da fare, ma la sfida che abbiamo affrontato in questi mesi ci fa credere che possiamo fare tutto. Durante la quarantena, abbiamo svolto le videochiamate per fare riunione all’interno delle quali abbiamo fatto momenti di preghiera, momenti di gioco e momenti di riflessione.
Purtroppo per Elèna e Antonio, che è il loro primo anno, non è stato un vero e proprio anno di scautismo. Non hanno vissuto cosa vuol dire davvero essere scout, come per esempio fare la route. Ma speriamo che l’anno prossimo possano scoprirlo. Per Giorgia questo è stato l’anno prima della partenza, e non ha potuto svolgere servizio ma nonostante tutto si è spesa per consolidare la comunità. Per Lele, proveniente dal reparto, questo è stato il primo anno in noviziato e, purtroppo, non ha potuto svolgere le esperienze tipiche che si vivono che si vivono in rs.
Siamo orgogliosi di essere riusciti a svolgere un’inchiesta sulle condizioni della mensa e della distribuzione.
Speriamo che questa situazione non si ripeta una seconda volta, ma se dovesse ripetersi l’affronteremo ancora meglio di prima!

Clan UP

No Replies to "Se la strada non c'è inventala"

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.